tech e geopolitica

Come arrivano in Cina i chip IA di Nvidia? La rete del contrabbando sfida gli Usa



Indirizzo copiato

L’accesso ai chip Nvidia vietati in Cina avviene attraverso data center offshore e triangolazioni commerciali. Le autorità americane cercano nuovi strumenti per impedire il contrabbando tecnologico e proteggere la supremazia nell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 14 mag 2025

Gabriele Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio

Nicola Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio



nvidia

Il contrabbando di chip IA Nvidia ha assunto un ruolo centrale nel confronto tecnologico tra Stati Uniti e Cina. Nonostante le restrizioni imposte da Washington, i semiconduttori Nvidia continuano a raggiungere il mercato cinese attraverso rotte non ufficiali. Una realtà che sta sollevando interrogativi su efficacia dei controlli e implicazioni geopolitiche.

Il dilemma di Nvidia nel mercato cinese

Il mese scorso Jensen Huang, capo di Nvidia, ha inviato un messaggio chiaro all’amministrazione Trump: l’azienda produttrice dei principali chip di intelligenza artificiale (IA) al mondo intende “servire senza riserve il mercato cinese”.

Huang, in particolare, ha affermato che perdere il mercato cinese dell’IA rappresenterebbe una perdita enorme, in un mercato destinato a crescere in modo significativo nei prossimi anni, poiché l’azienda produttrice di chip si trova ad affrontare restrizioni sempre più severe sulle esportazioni imposte da Washington.

In effetti, pochi giorni prima il governo americano aveva ulteriormente vietato a Nvidia di vendere anche il suo ultimo microprocessore H20 alla Cina, segnando i primi limiti importanti che la seconda amministrazione Trump ha imposto alla tecnologia.

Dopo che Biden aveva deciso restrizioni all’esportazione a Nvidia nel 2022, l’azienda, infatti, si è vista costretta a modificare anche il chip H100 in modo da non essere coperto dalle restrizioni, con il risultato che la sua evoluzione, l’H20 appunto, è stato venduto solo in Cina.

Le recenti misure restrittive sono arrivate in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, caratterizzate da una guerra commerciale in crescita e dal timore per Washington di perdere la supremazia nell’intelligenza artificiale a favore di Pechino.

Ma nonostante tutto ciò, i chip Nvidia continuano ugualmente ad arrivare agli sviluppatori di IA cinesi attraverso vari canali, quali i mercati paralleli di contrabbando o con l’utilizzo di data center cloud of shore.

E va anche aggiunto che, nonostante i controlli sulle esportazioni, il problema del contrabbando di tecnologia sofisticata americana continua a persistere, non solo con riferimento ai semiconduttori dove la posta in gioco è data da potenziali applicazioni militari, oltre che commerciali.

A gennaio, l’amministrazione Biden ha presentato il suo “AI Diffusion Framework“.

In particolare, questa norma:

  • pone tetti specifici per Paese, insieme a un regime di licenze sulle esportazioni di semiconduttori che avrebbe un impatto particolare sui chip GPU che sono alla base di applicazioni chiave dell’IA, come lo sviluppo di grandi modelli linguistici LLM;
  • stabilisce dove spedire i chip americani essenziali per l’IA;
  • determina dove costruire i data center che creano l’IA, con una preferenza per gli Stati Uniti e i suoi alleati.

Tuttavia, l’amministrazione Trump starebbe pianificando di modificare questa normativa, forse legando l’accesso ai chip a negoziati commerciali più ampi con Pechino, ma non ha ancora annunciato alcuna modifica.

Un membro del Congresso degli Stati Uniti, inoltre, è pronto a presentare una proposta di legge volta a monitorare i chip IA, compresi quelli di Nvidia, per impedirne l’introduzione illegale in Cina.

L’appello di Nvidia

Il mercato cinese dell’intelligenza artificiale dovrebbe raggiungere i 50 miliardi di dollari nei prossimi due o tre anni, ha dichiarato Huang. “Sarebbe una perdita enorme non poterlo gestire come un’azienda americana”, ha concluso.

Vendere alla Cina aiuterebbe anche a riportare entrate negli Stati Uniti, contribuendo al pagamento delle tasse e contribuendo a “creare molti posti di lavoro”, ha aggiunto. “Il mondo oggi è dinamico. Bisogna solo rimanere flessibili”.

Come detto, le osservazioni giungono mentre il gigante statunitense dei semiconduttori è alle prese con l’impatto dei controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti, che sono stati recentemente estesi ai suoi chip H20 AI fatti su misura per la Cina dove Big Tech, tra cui Tencent Holdings e ByteDance, utilizzano attualmente questi chip per sviluppare e addestrare i loro modelli di IA.

E’ stato ad inizio maggio, durante un incontro a porte chiuse con i legislatori statunitensi, che Huang ha anche espresso preoccupazione per i progressi compiuti da Huawei Technologies nell’ambito dell’IA.

Il dibattito con la Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha riguardato i chip AI di Huawei, insieme ai potenziali effetti delle restrizioni statunitensi sui chip Nvidia in Cina.

Un membro dello staff congressuale ha sottolineato il rischio di un aumento della domanda globale di chip Huawei se i futuri modelli di intelligenza artificiale saranno ottimizzati per l’hardware di questa azienda.

Il CEO di Nvidia ha anche chiesto una revisione delle normative statunitensi sulle esportazioni di tecnologia AI, sottolineando la necessità per le aziende americane di espandere l’intelligenza artificiale a livello globale, rilevando, al contempo, l’incertezza in merito al sistema di qualificazione a più livelli proposto dall’amministrazione Biden con l’Export Control for Artificial Intelligence (AI) Diffusion.

Chip nVidia modificati per aggirare i divieti

Negli ultimi anni, l’America ha cercato di ostacolare la Cina nella corsa all’intelligenza artificiale, controllando l’accesso ai suoi semiconduttori avanzati.

Nvidia ha iniziato a vendere i chip H20 in Cina all’inizio del 2024, dopo che i suoi microprocessori avanzati A100, H100, A800 e H800 AI sono stati sottoposti dagli USA a controlli sulle esportazioni per far fronte a problemi di sicurezza nazionale.

Per conformarsi alle nuove restrizioni e non perdere il fiorente mercato cinese, Nvidia ha deciso di offrire versioni modificate dei suoi chip. Per questo, subito dopo che anche il modello H2O, progettato su misura per i clienti cinesi in conformità con le precedenti normative sulle esportazioni, è stato bandito dall’esportazione, Huang ha fatto una visita a sorpresa in Cina. Prima del viaggio, l’azienda aveva annunciato che queste ultime restrizioni le sarebbero costate 5,5 miliardi di dollari.

Come funziona il contrabbando di chip IA nVidia

Nonostante i divieti, i chip Nvidia continuano a finire nelle mani degli sviluppatori di IA cinesi attraverso vari metodi. Secondo un’indagine, ciò avviene principalmente attraverso l’affitto di data center offshore, oppure acquistando chip tramite intermediari poco trasparenti che trafficano direttamente in Cina.

Questi ultimi, in particolare, sfruttano una catena di approvvigionamento messa in piedi per aggirare le sanzioni, con i microprocessori spediti attraverso paesi terzi non coperti dalle restrizioni americane. In sostanza, le merci passano attraverso diverse giurisdizioni e società di facciata per occultarne l’origine, con i documenti di esportazione falsificati e i prodotti etichettati erroneamente per eludere la dogana.

Erich Grunewald dell’Institute for AI Policy and Strategy, un think tank con sede a San Francisco, stima che l’anno scorso i chip americani di contrabbando abbiano rappresentato tra un decimo e la metà della capacità di addestramento di modelli di IA in Cina.

Un’altra “porta” di ingresso, che consente di bypassare le restrizioni statunitensi, consiste nell’affittare data center off shore. Johor, una zona della Malesia meridionale, situata sul confine con Singapore, si presta a questa attività. Lì, aziende cinesi come ByteDance, proprietaria di TikTok, hanno affittato capacità dei data center. Ricorrendo, dunque, al leasing di capacità cloud, le aziende cinesi riescono ad accedere a chip che non possono essere importati in Cina.

SemiAnalysis, una società di consulenza, stima che quasi la metà della capacità prevista per i data center di Johor nel 2027 integrerà processori di intelligenza artificiale come quelli di Nvidia.

Un avvocato che fornisce consulenza alle aziende della regione ha affermato che è relativamente facile per le imprese cinesi ottenere chip di intelligenza artificiale soggetti a restrizioni aprendo filiali locali.

D’altra parte, da tempo diversi esperti di intelligence evidenziano come gli esportatori cinesi stanno adottando differenti tattiche per evitare le pesanti tariffe statunitensi, tra cui il reindirizzamento delle spedizioni attraverso Paesi terzi per mascherarne l’origine. Questa strategia, nota come “place-of-origin washing”, prevede l’invio di merci attraverso nazioni come la Malesia, il Vietnam, la Thailandia e la Corea del Sud prima di riesportarle negli Stati Uniti con certificati di origine appena rilasciati.

Le autorità di Paesi come la Malesia, il Vietnam e la Tailandia stanno indagando su questa pratica e stanno prendendo provvedimenti per rafforzare i controlli sull’origine.

Gli esportatori cinesi di solito vendono le merci “franco a bordo” (FOB), il che significa che la responsabilità viene trasferita agli acquirenti una volta che le merci lasciano la Cina, il che rende difficile l’applicazione della legge.

Un altro metodo segnalato consiste nel mescolare articoli ad alto costo con merci più economiche per abbassare il valore complessivo dichiarato delle spedizioni. Si dice che gli intermediari offrano soluzioni tariffarie di “gray area” per le piccole e medie imprese.

La difesa di Nvidia

L’azienda insiste nel dichiarare di rispettare le normative americane sulle esportazioni. Tuttavia, la sua filiera è molto lunga. Nvidia fornisce processori a Google e Microsoft e a produttori di apparecchiature come Dell e Supermicro, che li integrano nei server. Pertanto, la responsabilità della compliance è diffusa. I fornitori di servizi cloud e le aziende hardware dovrebbero verificare i propri clienti. A sua volta, Nvidia conduce audit periodici, ma la supervisione non è omogenea e i server, dopo aver superato i controlli iniziali, spesso cambiano proprietario senza preavviso. Un dirigente di un produttore di server ha detto che verificare correttamente tutti gli utenti finali è “praticamente impossibile”.

Tentativi normativi contro il traffico illegale

Per questo, si attende l’entrata in vigore di restrizioni attraverso le quali gli Stati Uniti andrebbero a limitare ulteriormente la rete dei contrabbandieri. Le nuove regole non colpiscono solo l’hardware, ma anche i provider cloud che offrono l’accesso, ma c’è il rischio che anche queste ulteriori limitazioni possano fallire.

Le lezioni storiche del controllo tecnologico

La lotta per prevenire il contrabbando di chip IA riflette una sfida ricorrente nell’applicazione del controllo delle esportazioni negli Stati Uniti che dura da decenni e coinvolge molteplici tecnologie.

Analogamente alle attuali preoccupazioni relative ai chip per l’IA, molti Paesi hanno trovato, storicamente, il modo di aggirare i controlli sulle esportazioni di tecnologie sensibili, come dimostrano i recenti casi di DeepSeek che ha dichiarato di aver utilizzato chip Nvidia soggetti a restrizioni per sviluppare propri modelli di IA.

L’intensificarsi degli sforzi di Singapore per far rispettare la legge, compresa l’incriminazione di persone per frodi doganali relative a server potenzialmente contenenti chip Nvidia, dimostra la natura globale di questa sfida e la necessità di una cooperazione internazionale.

Vero è che il problema del contrabbando di tecnologie sofisticate, nonostante i controlli sulle esportazioni, è stato osservato nel tempo con diverse tecnologie, ma ora si sta manifestando nel settore dei chip di intelligenza artificiale, dove la posta in gioco è rappresentata da potenziali applicazioni militari.

Una legge sulla tracciabilità dei chip AI

Un membro del Congresso degli Stati Uniti si appresta a presentare una legge volta a monitorare i chip di intelligenza artificiale, compresi quelli di Nvidia, per impedirne il contrabbando in Cina in violazione dei controlli sulle esportazioni.

Il rappresentante Bill Foster, democratico dell’Illinois, ha annunciato la proposta di legge, che gode di un sostegno bipartisan. Il suo disegno di legge mira a rendere obbligatoria la tecnologia di tracciamento dei chip dopo la vendita e a garantire che quelli privi di licenza non possano essere più utilizzati nel rispetto delle leggi statunitensi sull’esportazione.

Come si è detto, all’interno dell’amministrazione Trump sono emerse preoccupazioni riguardo al contrabbando dei chip di IA di Nvidia a causa della loro importanza nello sviluppo di sistemi avanzati di intelligenza artificiale, compresi quelli che potrebbero essere utilizzati come armi.

Il quadro strategico del reshoring americano

La proposta di legge sulla tracciabilità dei chip mira a completare la più ampia strategia di ricostruzione della produzione nazionale di semiconduttori, avviata nel 2022 con il CHIPS Act, che ha portato allo stanziamento di circa 30 miliardi di dollari in sovvenzioni per 23 progetti in 14 Stati.

Quest’ultima norma, infatti, mira ad aumentare drasticamente la capacità produttiva statunitense di microprocessori logici all’avanguardia, affrontando le vulnerabilità della catena di approvvigionamento che i soli controlli sulle esportazioni non possono risolvere.

Da questo punto di vista, l’impegno di 65 miliardi di dollari di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. per tre fabbriche a Phoenix e l’investimento di 8,5 miliardi di dollari di Intel in quattro stati, dimostrano come la politica stia già ridisegnando i modelli di investimento globale nei semiconduttori.

L’obbligo di tracciabilità creerebbe un nuovo quadro tecnico e di conformità intorno a questi investimenti, che potrebbe influenzare il modo in cui le aziende di semiconduttori progettano i loro chip e gestiscono le loro catene di fornitura a livello globale.

La legislazione riflette anche l’evoluzione della consapevolezza che il solo reshoring della produzione è insufficiente senza controlli più severi sul luogo in cui i chip avanzati finiscono dopo la produzione.

Limiti delle soluzioni tecniche e proposte alternative

Alcuni esperti hanno proposto soluzioni tecniche, come la disattivazione dei chip utilizzati in luoghi proibiti. Nvidia, però, sostiene che tali controlli a livello hardware introdurrebbero pericolose vulnerabilità e sarebbero inattuabili. Suggerisce invece che strumenti software potrebbero trasmettere all’azienda dati di telemetria limitati, tra cui informazioni sulla posizione e sulla configurazione del sistema, per confermare che i chip si trovino dove dovrebbero essere.

Il valore dell’apertura al mercato globale

Gli Stati Uniti non raggiungeranno il predominio nell’intelligenza artificiale se le loro aziende non riusciranno ad accedere ai mercati globali, ha affermato l’ITIF, un think tank americano. “I mercati statunitensi da soli non sono semplicemente sufficientemente grandi da supportare aziende high-tech competitive a livello globale, che devono avere accesso a mercati globali di dimensioni adeguate per generare i ricavi necessari per reinvestire nel costoso sforzo di immettere sul mercato prodotti di nuova generazione”, ha aggiunto.

Michael Frank, membro del Gruppo 2430, è convinto che “l’America dovrebbe abbracciare l’interdipendenza come arma contro la Cina”. Quanto più gli Stati Uniti e l’Occidente cercheranno di bloccare lo sviluppo tecnologico cinese con misure limitanti, tanto più la Cina sarà costretta ad accelerare il ritmo dell’innovazione indipendente, afferma l’esperto.

Michael Frank scrive per il Project on Technology and National Security e sostiene che i controlli sulle esportazioni di chip di intelligenza artificiale attuati dagli Stati Uniti durante le ultime due amministrazioni hanno prodotto conseguenze negative e indesiderate.

Tra queste, l’accelerazione dello sviluppo tecnologico interno della Cina e la contemporanea perdita di influenza da parte degli Stati Uniti sul comportamento della Cina. Una strategia più efficace sarebbe quella di consentire l’esportazione di alcune tecnologie critiche, che creerebbero una dipendenza strumentale che potrebbe essere sfruttata quando utile agli Stati Uniti.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
L'ANALISI
INIZIATIVE
ANALISI
PODCAST
Video&podcast
Analisi
VIDEO&PODCAST
Video & Podcast
Social
Iniziative
L'APPROFONDIMENTO
Open Data, più trasparenza e innovazione con i fondi Ue
IL WHITE PAPER
Verso una Sicilia sostenibile: innovazione e rigenerazione urbana
Le proposte
Riforma della politica di coesione Ue: nuove priorità per sfide globali
IL WHITE PAPER
AMBIENTE: i progetti finanziati dalla politica di coesione
INNOVAZIONE
Agricoltura e rinnovabili: agrivoltaico come simbiosi tra energia e food
SCENARI
Sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili: Sicilia capofila
IL PROGETTO
Economia blu sostenibile: BYTHOS trasforma gli scarti di pesce per la salute umana
IL WHITE PAPER
Innovazione e coesione: la trasformazione digitale della Campania con il PO FESR
BANDA ULTRALARGA
Piano Italia 5G, i fondi coesione driver di innovazione
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
L'APPROFONDIMENTO
Open Data, più trasparenza e innovazione con i fondi Ue
IL WHITE PAPER
Verso una Sicilia sostenibile: innovazione e rigenerazione urbana
Le proposte
Riforma della politica di coesione Ue: nuove priorità per sfide globali
IL WHITE PAPER
AMBIENTE: i progetti finanziati dalla politica di coesione
INNOVAZIONE
Agricoltura e rinnovabili: agrivoltaico come simbiosi tra energia e food
SCENARI
Sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili: Sicilia capofila
IL PROGETTO
Economia blu sostenibile: BYTHOS trasforma gli scarti di pesce per la salute umana
IL WHITE PAPER
Innovazione e coesione: la trasformazione digitale della Campania con il PO FESR
BANDA ULTRALARGA
Piano Italia 5G, i fondi coesione driver di innovazione
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4

OSZAR »