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Cina vs USA: la competizione nell’IA ridisegna il mondo



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La competizione tra Cina e Stati Uniti nell’intelligenza artificiale è diventata parte cruciale della rivalità geostrategica globale. I due paesi adottano approcci diversi: Pechino con una strategia statale coordinata, Washington trainata dall’innovazione privata

Pubblicato il 14 mag 2025

Gabriele Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio

Nicola Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio



hacking competizioni cina (1)

Con l’ascesa di Cina e Stati Uniti come due grandi protagonisti, la competizione mondiale sull’intelligenza artificiale (IA) si è fatta più intensa. Nella più ampia competizione geostrategica, la leadership nell’IA ha il potenziale per rimodellare l’equilibrio globale del potere.

La corsa all’intelligenza artificiale Cina-Usa: protagonisti di una nuova era

Esistono numerosi sottotipi di IA che servono a vari scopi. Uno dei principali è l’apprendimento automatico, in cui viene sviluppato un algoritmo per analizzare e fare previsioni dai dati forniti in un sistema.

L’IA viene definita come la scienza e l’ingegneria delle macchine che utilizza complessi “algoritmi, modellati sul modello dei processi decisionali del cervello umano, che possono ‘imparare’ dai processi decisionali del cervello umano, dai dati disponibili e di e fare classificazioni e previsioni sempre più accurate nel tempo”.

Negli ultimi anni l’IA è stata utilizzata per risolvere problemi complessi, fornire analisi predittive, riconoscere e interpretare informazioni visive, elaborare il linguaggio naturale per creare contenuti di alta qualità e “capire” e analizzare il linguaggio scritto e verbale, nonché per accelerare lo sviluppo della robotica.

Il Paese che è all’avanguardia nell’IA ha il potenziale per raccogliere benefici economici, tra cui l’aumento della produttività, la capacità di innovare nuovi prodotti e servizi e di fornire approfondimenti ai leader aziendali attraverso l’analisi dei dati.

La misura in cui l’IA trasformerà e sosterrà vari settori è ancora in corso di definizione, ma il suo impatto stimato è enorme. McKinsey & Company stima che l’IA potrebbe aggiungere fino a 4,4 trilioni di dollari all’anno all’economia globale.

Strategie di sviluppo dell’intelligenza artificiale: il confronto Cina-Usa

L’IA ha anche numerose applicazioni militari che potrebbero fornire un vantaggio strategico agli Stati Uniti o alla Cina in un eventuale conflitto nell’Indo-Pacifico.

Entrambi i Paesi stanno finanziando in modo significativo la ricerca, lo sviluppo e le politiche per acquisire un vantaggio competitivo, mentre l’IA viene sempre più inserita nelle economie, nelle forze armate e nelle società.

La Cina ha adottato un approccio guidato dallo Stato, aumentando rapidamente la propria capacità di IA, mentre gli Stati Uniti sono leader nell’invenzione guidata dal settore privato.

In particolare, “la Cina ha da tempo identificato l’IA come un obiettivo strategico per lo sviluppo futuro del Paese e vuole essere un leader globale in questo settore… quindi spingere le istituzioni e gli uffici governativi ad adottare l’IA è un passo molto naturale verso il raggiungimento di un obiettivo più grande”, ha detto Chen Li, analista del think tank Anbound con sede a Pechino.

Ciò conferma come la Cina stia viaggiando velocemente verso la preminenza tecnologica globale, volendo diventare anche un Paese guida nell’IA. In particolare, Pechino ha guadagnato un vantaggio competitivo in vari aspetti del settore dell’AI, mostrando forza in termini di documenti accademici, brevetti, investimenti transfrontalieri e finanziamenti globali.

Anche se Pechino è il leader mondiale nelle pubblicazioni di ricerca sull’IA ed è testa a testa con gli Stati Uniti sull’IA generativa, le sue pubblicazioni di ricerca hanno un impatto minore di quelle statunitensi, con meno citazioni e un minore coinvolgimento del settore privato.

L’Università Tsinghua di Pechino è il terreno di coltura delle principali start-up cinesi nel campo dell’intelligenza artificiale, tra cui quattro delle “tigri dell’intelligenza artificiale” del Paese – Zhipu AI, Baichuan AI, Moonshot AI e MiniMax – che sono state tutte fondate da docenti ed ex-studenti.

Per l’ITIF, la Cina ha meno investimenti privati ​​nell’IA rispetto agli Stati Uniti, ma gli investimenti esteri nel settore dell’IA generativa cinese sono in crescita, con Aramco dell’Arabia Saudita in testa.

Anche i fondi di capitale e gli aiuti finanziari diretti dallo Stato si stanno dimostrando efficaci nel sostenere le aziende ad alto potenziale nelle regioni della Cina in cui il settore privato solitamente investe poco.

L’ecosistema LLM open source della Cina sta avanzando rapidamente, con modelli come Qwen 1.5 di Alibaba e ChatGLM3 di Zhipu AI che hanno superato alcune controparti statunitensi e ottenuto riconoscimenti per le loro impressionanti capacità.

La corsa globale all’intelligenza artificiale oltre Cina e Usa

Un dettagliato rapporto pubblicato dall’Institute for Human-Centered AI (HAI) dell’Università di Stanford evidenzia quanto sia diventato affollato il campo di “gioco” dell’IA. Il 2025 AI index dell’istituto, che raccoglie dati e tendenze sullo stato dell’industria dell’IA, dipinge infatti un quadro di una corsa sempre più competitiva, globale e sfrenata verso l’intelligenza artificiale generale che supera le capacità umane.

“La corsa all’intelligenza artificiale si sta configurando come una corsa che riguarda sia i prodotti competitivi, sia l’agilità e la flessibilità dei sistemi”, ha affermato Chris Brown, presidente di Intelygenz USA, Tuttavia, “la competizione sarà vinta da coloro che sapranno distribuire l’IA in modo più efficace”, ha precisato.

Il vero vincitore della corsa, quindi, potrebbe non essere il Paese che inventa i modelli migliori, ma quello in cui i governi, le imprese e la gente comune utilizzano l’IA quotidianamente. Per la crescita economica e la potenza militare, dunque, la diffusione tecnologica conta più dell’innovazione tecnologica.

La sfida per la supremazia dell’IA

Per decenni gli Stati Uniti hanno dominato la ricerca sull’IA. Ma la Cina sta recuperando terreno rapidamente. L’IA fa parte da anni della strategia nazionale cinese e il governo ha stanziato miliardi di dollari per finanziare la ricerca. Kai-Fu Lee, imprenditore ed esperto di fama mondiale del settore, nel suo libro AI Superpowers, pubblicato nel settembre nel 2018, spiega come una partita molto pubblicizzata dell’antico gioco del Go tra un adolescente prodigio cinese e l’AlphaGo di Google sia diventata il “momento Sputnik” della Cina: l’incidente che ha catalizzato la febbrile corsa di Pechino ad eguagliare le capacità americane nell’IA.

Due mesi dopo la pubblicazione, il Consiglio di Stato ha emanato una strategia di IA intitolata “New Generation Artificial Intelligence Development Plan“, che chiedeva di aumentare i finanziamenti e il sostegno per rendere la Cina leader nella teoria, nella tecnologia, nell’applicazione e nell’innovazione dell’IA entro il 2030.

Poi, alla fine del 2022, la potente dimostrazione del modello generativo ChatGPT-3 di OpenAI ha nuovamente sorpreso l’industria cinese dell’IA, esemplificando un chiaro vantaggio per gli Stati Uniti.

In occasione della riunione annuale dell’organo legislativo cinese, il premier Li ha annunciato l’iniziativa “AI+” volta a “sviluppare attivamente l’industria digitale, trasformare le industrie tradizionali con le tecnologie digitali”, e integrare pienamente la tecnologia digitale nell’economia reale”.

A distanza di un anno, la startup cinese DeepSeek ha stupito il mondo intero presentando il suo ultimo modello di intelligenza artificiale open source in grado di sfidare il modello o1 di OpenAI con le sue capacità avanzate: il DeepSeek-R1. L’azienda ha affermato di aver costruito il suo modello utilizzando una frazione del calcolo utilizzato dai rivali statunitensi. Il debutto di DeepSeek è stato anche una sorpresa perché il governo statunitense ha ripetutamente cercato di limitare l’accesso della Cina ai chip per computer necessari per costruire l’IA più avanzata. Il suo successo è stato planetario. Trump ha definito DeepSeek “un campanello d’allarme” e le Big Tech – Nvidia in testa – sono crollate in Borsa.

Pechino sta facendo notevoli investimenti nelle sue capacità di IA, utilizzando i meccanismi di finanziamento governativi e facendo leva sul per il suo sviluppo economico e per i suoi sforzi di “superare” militarmente gli Stati Uniti, afferma Ngor Luong, Senior Research Analyst presso il Center for Security and Emerging Technology (CSET).

Un recente rapporto RAND suggerisce che la concentrazione di risorse di IA (potenza di calcolo, grandi aziende che investono nella ricerca di IA, università con importanti dipartimenti di informatica) nelle superpotenze esistenti rende improbabile che l’IA consenta a qualsiasi potenza media di “saltare” sul tavolo dei grandi solo sulla base dell’IA. Né nessuna delle grandi potenze sembra proteggersi dall’IA: il governo cinese ha da tempo investito molto nell’IA e nelle tecnologie autonome, considerando il progresso in questi campi come la chiave per raggiungere i suoi obiettivi geopolitici. Il governo degli Stati Uniti ha generalmente assunto una posizione simile e l’amministrazione Trump è stata particolarmente decisa nell’assegnare ai grandi investitori in IA ruoli centrali nel governo, pur indicando il desiderio di riequilibrare la spesa per la difesa allontanandola dall’hardware militare tradizionale verso le tecnologie emergenti. Anche le potenze più piccole stanno scommettendo molto sull’IA: il governo del Regno Unito, ad esempio, ha recentemente delineato un piano per “scatenare l’IA” in tutto il governo.  In breve, i governi che si considerano impegnati in una competizione geopolitica a un certo livello sembrano tutti scommettere che l’IA consentirà loro di migliorare le loro posizioni relative.

La corsa verso un’IA superiore in tutti i settori industriali si basa sul successo della combinazione di tecnologie abilitanti e di elementi costitutivi, tra cui chip avanzati, potenza di calcolo, compresi i servizi cloud, modelli algoritmici ben progettati e dati vasti e ricchi per addestrare i modelli. Attualmente gli Stati Uniti sono in vantaggio nella maggior parte di queste tecnologie e di questi elementi costitutivi.

Il rapporto HAI: benchmarking dell’intelligenza artificiale tra Cina e Usa

Il rapporto pubblicato dall’Institute for Human-Centered AI (HAI) afferma che i modelli cinesi di IA stanno recuperando terreno rispetto a quelli statunitensi in termini di prestazioni “ma in tutto il mondo stanno emergendo nuovi attori in questo settore”, afferma  Vanessa Parli, direttrice della ricerca presso HAI. 

  • Benchmark n. 1: modelli di IA basati sui paesi. Nel 2024, le istituzioni con sede negli Stati Uniti hanno prodotto 40 “notevoli” modelli di IA, superando significativamente i 15 della Cina e i tre dell’Europa, sostiene l’HAI. Mentre gli Stati Uniti mantengono il loro primato in termini di quantità, i modelli cinesi hanno rapidamente colmato il divario di qualità: le differenze di prestazioni sui principali benchmark come MMLU e HumanEval si sono ridotte, passando da doppie cifre nel 2023 a quasi parità nel 2024. Nel frattempo, Pechino continua a guidare nelle pubblicazioni e nei brevetti di IA. Allo stesso tempo, lo sviluppo del modello è sempre più globale, con lanci notevoli da regioni come Medio Oriente, America Latina e Sud-est asiatico.
  • Benchmark n. 2: investimenti privati ​​nell’IA. Nel 2024, gli investimenti privati ​​in IA negli Stati Uniti sono cresciuti fino a 109,1 miliardi di dollari, quasi 12 volte i 9,3 miliardi di dollari della Cina e 24 volte i 4,5 miliardi di dollari del Regno Unito. L’IA generativa ha registrato uno slancio particolarmente forte, attirando 33,9 miliardi di dollari a livello globale in investimenti privati, con un aumento del 18,7% rispetto al 2023. Anche l’utilizzo aziendale dell’IA sta accelerando: il 78% delle organizzazioni ha dichiarato di utilizzare l’IA nel 2024, rispetto al 55% dell’anno precedente. Nel frattempo, un crescente numero di ricerche conferma che l’IA aumenta la produttività e, nella maggior parte dei casi, aiuta a colmare le lacune di competenze nella forza lavoro.
  • Benchmark n. 3: l’IA è sempre più integrata nella vita quotidiana. Dall’assistenza sanitaria ai trasporti, secondo il rapporto l’IA si sta rapidamente spostando dal laboratorio alla vita quotidiana. Nel 2023, la FDA statunitense – l’Ente regolatore del mercato dei farmaci –  ha approvato 223 dispositivi medici abilitati all’IA, rispetto ai soli sei del 2015. Sulle strade, le auto a guida autonoma non sono più sperimentali: Waymo, uno dei più grandi operatori statunitensi, fornisce oltre 150.000 corse autonome ogni settimana, mentre la conveniente flotta di robotaxi Apollo Go di Baidu ora serve numerose città in tutta la Cina.
  • Benchmark n. 4: l’ecosistema dell’IA responsabile si evolve in modo non uniforme. Secondo l’HAI, Gli incidenti correlati all’IA sono in forte aumento, “ma le valutazioni RAI standardizzate rimangono rare tra i principali sviluppatori di modelli industriali”. Tuttavia, nuovi benchmark come HELM Safety, AIR-Bench e FACTS offrono strumenti promettenti per valutare la fattualità e la sicurezza. Tra le aziende, persiste un divario tra il riconoscimento dei rischi RAI e l’adozione di misure significative. Al contrario, i governi stanno mostrando una crescente urgenza: nel 2024, la cooperazione globale sulla governance dell’IA si è intensificata, con organizzazioni tra cui l’OCSE, l’UE, l’ONU e l’Unione Africana che hanno rilasciato quadri incentrati sulla trasparenza, l’affidabilità e altri principi fondamentali dell’IA responsabile.
  • Benchmark n. 5: l’ottimismo globale nei confronti dell’IA è in crescita, ma permangono profonde divisioni regionali. In paesi come Cina (83%), Indonesia (80%) e Thailandia (77%), una forte maggioranza ritiene che i prodotti e i servizi di intelligenza artificiale siano più benefici che dannosi, mentre l’ottimismo rimane molto più basso in luoghi come Canada (40%), Stati Uniti (39%) e Paesi Bassi (36%). Tuttavia, il sentimento sta cambiando afferma il rapporto. Dal 2022, infatti, l’ottimismo è cresciuto in modo significativo in diversi paesi precedentemente scettici, tra cui Germania (+10%), Francia (+10%), Canada (+8%), Gran Bretagna (+8%) e Stati Uniti (+4%).

Benchmark n. 6: Livelli di regolamentazione dell’IA. Nel 2024, le agenzie federali statunitensi hanno introdotto 59 normative relative all’IA, più del doppio del 2023. A livello globale, le menzioni legislative dell’IA sono aumentate del 21,3% in 75 paesi dal 2023, segnando un aumento di nove volte rispetto al 2016. Accanto alla crescente attenzione, i governi stanno investendo su larga scala: il Canada ha impegnato 2,4 miliardi di dollari, la Cina ha lanciato un fondo per i semiconduttori da 47,5 miliardi di dollari, la Francia ha impegnato 109 miliardi di euro, l’India ha impegnato 1,25 miliardi di dollari e il Project Transcendence dell’Arabia Saudita rappresenta un’iniziativa da 100 miliardi di dollari.

La diffusione dell’IA: un confronto tra le due superpotenze

Secondo The Economist, il vantaggio dell’America nell’adozione della tecnologia non è così chiaro. La Cina, infatti, starebbe recuperando rapidamente terreno.  Secondo le ultime cifre del World Intellectual Property Organization (WIPO), Pechino si classifica al 32° posto a livello mondiale per diffusione tecnologica, 15 posizioni in più rispetto al 2020. Dai veicoli elettrici ai codici QR e ai robot che consegnano il servizio in camera, il consumatore cinese è esposto a una tecnologia più sofisticata di quella americana.

Le banche hanno prodotto indici dei prezzi delle azioni di aziende che dovrebbero vedere una maggiore produttività come risultato dell’adozione dell’IA. L’indice di Morgan Stanley per la Cina, ad esempio, include China Literature, un editore con un modello di IA per aiutare gli scrittori, e Transsion Holdings, un produttore di telefoni che ha aggiunto un assistente AI ai suoi dispositivi.

Se si considera la cifra spesa dalle grandi aziende per la tecnologia, l’America è in vantaggio sulla Cina. Il mercato cinese del software aziendale, infatti, è circa un decimo di quello americano. Le aziende americane sono grandi acquirenti di software aziendale, come app per le risorse umane e la contabilità. “Molti venditori di questo software, come Salesforce e Microsoft, stanno infondendo l’IA nei loro prodotti”, afferma The Economist.

Tuttavia, uno studio della IBM del 2024 ha scoperto che il 50% delle aziende cinesi utilizzava l’IA , contro un terzo di quelle americane.

Una ricerca di McKinsey indica che il 19% dei cinesi utilizza l’IA al lavoro, mentre la percentuale è del 12% in nord america.

Anche secondo il governo giapponese, una quota molto più alta di aziende cinesi rispetto a quelle americane ha stabilito una politica per l’uso dell’IA generativa .

L’uso dell’IA in Cina: casi d’uso

In Cina, l’impiego dell’IA si concentra principalmente nel settore pubblico, nel settore sanitario, nella tecnologia di consumo e nell’hardware aziendale.

Le istituzioni cinesi stanno adottando l’IA DeepSeek non solo per migliorare i loro servizi, ma anche per segnalare il loro sostegno agli obiettivi del governo, ha dichiarato al Rest of World Chen Li, analista del think tank Anbound con sede a Pechino.

DeepSeek è stato anche adottato da diverse istituzioni governative cinesi. Secondo quanto riportato dalla pubblicazione finanziaria Caixin, l’hub tecnologico meridionale di Shenzhen è stato uno dei primi ad utilizzarlo nei sistemi interni del governo. Il distretto di Longgang ha dichiarato che durante la Festa di Primavera l’intero personale dell’Ufficio per i servizi governativi e la gestione dei dati ha preso l’iniziativa di rinunciare al congedo per completare la distribuzione localizzata di 671 miliardi di parametri del modello DeepSeek-R1 e fornire servizi per gli oltre 20.000 funzionari pubblici della regione.

Quasi 100 ospedali hanno annunciato che adotteranno DeepSeek nelle loro attività, secondo quanto riportato da Observer News. Le applicazioni comprendono il supporto ai processi diagnostici e terapeutici, l’analisi delle immagini mediche, il controllo di qualità delle cartelle cliniche e la ricerca sull’uso di nuovi farmaci.

Più di 20 marchi automobilistici cinesi hanno annunciato l’intenzione di incorporare i modelli di IA DeepSeek. Gran parte dell’adozione sembra concentrarsi sul miglioramento delle funzioni AI esistenti, tra cui il controllo vocale, la mappatura ad alta precisione e l’accesso simile a quello degli smartphone alla musica, alla ricerca sul web e ai servizi di messaggistica.

Geely Auto, la seconda casa automobilistica cinese per vendite, ha dichiarato che i suoi ultimi modelli sono in grado di comprendere anche le istruzioni vaghe dei conducenti, grazie a DeepSeek. Un video promozionale mostra un conducente che dice “sono un po’ stanco” al sistema di intelligenza artificiale dell’auto. Il bot alimentato da DeepSeek ordina quindi all’auto di chiudere i finestrini, di inclinare il sedile dell’auto a un angolo di 125 gradi, di abbassare la luce e di impostare una sveglia che suona tra 35 minuti per consentire al guidatore di fare un pisolino.

L’azienda produttrice di smartphone Huawei ha utilizzato il modello R1 per aggiornare il suo assistente AI simile a Siri, Xiaoyi. Il chatbot consente agli utenti di scegliere se rispondere alle loro richieste con “pensiero profondo automatico” o “risposte rapide e brevi”. Gli altri grandi produttori cinesi come Oppo, Honor, Vivo, Xiaomi hanno fatto passi simili incorporando funzioni supportate da R1, come la creazione di testi e video e la ricerca sul web.

La più grande azienda cinese di elettrodomestici, Midea, ha lanciato una serie di condizionatori d’aria potenziati con DeepSeek. Il prodotto è un “amico comprensivo” che può “catturare con precisione i vostri pensieri”, sostiene il video di lancio dell’azienda.

Anche alcune aziende occidentali hanno già iniziato ad adottare i modelli di DeepSeek, che ora sono supportati da fornitori di cloud tra cui Amazon e Microsoft. Come riferisce The Economist, Gloo, una piattaforma di messaggistica per le chiese fondata da Pat Gelsinger, ex amministratore delegato di Intel, ha utilizzato il modello come base per il suo chatbot. Latenode, una piattaforma di automazione, ha iniziato a offrire R1 poco dopo il lancio del modello, notando che il suo supporto per le lingue non inglesi era interessante per i marketer di contenuti che desideravano tradurre materiale. Meta ha incaricato i ricercatori di togliere R1 e di applicare il modello IA Llama.

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